Dipendenti che si confrontano sui dati del mondo del lavoro

Mondo del lavoro 2025: cosa dicono i dati

Negli ultimi anni, il mondo del lavoro ha vissuto trasformazioni profonde. Non si parla più solo di produttività e risultati, ma anche — e sempre più spesso — di benessere, coinvolgimento, equilibrio. 

Il report State of the Global Workplace 2025 di Gallup rappresenta uno strumento utile per osservare queste dinamiche e analizzare lo stato di salute del mondo del lavoro a livello globale ed europeo. 

In questo articolo ci concentriamo sull’Europa – e in particolare sull’Italia – per comprendere meglio cosa accade dentro (e attorno) ai luoghi di lavoro oggi: come si sentono le persone, quanto sono coinvolte, cosa si aspettano e cosa le spinge a restare o a cambiare. 

 

Coinvolgimento sul lavoro

Uno dei dati più rilevanti del report riguarda il coinvolgimento sul lavoro. In Europa, solo il 13% dei dipendenti si definisce davvero “engaged”, ovvero emotivamente e cognitivamente coinvolto nel proprio lavoro. La stragrande maggioranza (73%) si limita a “fare il proprio”, senza particolare entusiasmo, mentre un ulteriore 15% è attivamente disimpegnato. 

Questi numeri sono ancora più bassi se si guarda all’Italia, dove il livello di engagement scende al 12%, tra i più bassi in Europa. Significa che quasi 9 lavoratori su 10 non si sentono realmente coinvolti in ciò che fanno ogni giorno. È un segnale forte: c’è un potenziale enorme che le aziende non stanno intercettando. 

Il coinvolgimento non è solo un “lusso” motivazionale: è un indicatore chiave di produttività, innovazione, retention e cultura organizzativa. Dove le persone si sentono valorizzate, ascoltate e in grado di contribuire, i risultati si vedono — a livello individuale e collettivo. 

 

Le emozioni dei lavoratori

Il report analizza anche le emozioni vissute nel corso della giornata lavorativa, offrendo uno spaccato sulla salute mentale dei lavoratori.  

  • Il 38% dei lavoratori europei dichiara di sentirsi stressato per buona parte della giornata. 
  • Il 14% prova rabbia, il 17% tristezza e il 12% si sente solo. 

Nel confronto globale, l’Europa si posiziona leggermente meglio in termini di rabbia e solitudine, ma il dato sullo stress rimane alto. 

In Italia, la situazione è ancora più critica: 

  • Il 49% dei lavoratori italiani vive una condizione di stress quotidiano — uno dei valori più alti d’Europa. 
  • La rabbia, al contrario, è tra le più basse: solo il 9% dei lavoratori italiani la riporta. 
  • Quanto a tristezza e solitudine, l’Italia si colloca a metà classifica: il 21% dichiara di sentirsi triste (5ª posizione in Europa) e il 13% sperimenta solitudine, leggermente sopra la media. 

Questi dati parlano di un disagio diffuso, spesso silenzioso, che può tradursi in calo di energia, minore motivazione e disconnessione dal senso del lavoro. Investire sul benessere emotivo non è un extra: è una leva strategica. 

 

Il mercato del lavoro: tra fiducia e incertezza

Un altro aspetto interessante da analizzare è la percezione del clima occupazionale: quanto i lavoratori ritengono che sia un buon momento per trovare un nuovo lavoro? 

In Europa, il 57% risponde positivamente, un segnale di fiducia nei mercati. Tuttavia, il 30% dei lavoratori è attivamente alla ricerca di nuove opportunità, evidenziando una certa instabilità. 

L’Italia mostra un quadro contrastante: 

  • Il 49% considera il momento favorevole per cercare lavoro, ma è solo 33ª su 38 paesi europei per percezione del job climate. 
  • Eppure, il dato è in netto miglioramento (+16 punti percentuali) rispetto all’anno precedente. 
  • Il 37% dei lavoratori italiani valuta concretamente un cambiamento (7° posto in Europa), con picchi tra gli under 35 (35%) e gli individual contributor (31%). 

In altre parole, la voglia di cambiare c’è, ma non sempre accompagnata dalla fiducia nelle alternative. È qui che le aziende hanno un ruolo chiave: creare contesti che le persone non vogliano lasciare. 

 

In conclusione 

Il lavoro, oggi, non è più solo un insieme di mansioni da svolgere o un mezzo per ottenere uno stipendio. È un’esperienza che coinvolge dimensioni profonde come le emozioni, le relazioni, le aspettative e il bisogno di realizzazione personale.  

In Europa – e in modo particolare in Italia – emergono segnali che meritano attenzione: bassi livelli di engagement, alti livelli di stress, sentimenti di solitudine e tristezza diffusi. Tuttavia, accanto a questi elementi critici, il mondo del lavoro mostra anche margini di miglioramento e nuove opportunità. 

Le persone cercano molto di più di un posto fisso: cercano contesti che offrano senso, supporto, ascolto, rispetto e un equilibrio autentico tra vita e lavoro. Vogliono essere parte di un ambiente in cui possano crescere, contribuire e sentirsi valorizzate. Ed è proprio su questo terreno che si gioca il futuro delle aziende: non solo nella capacità di attrarre i migliori talenti, ma soprattutto nella volontà e nella coerenza nel trattenerli. 

Oggi, più che mai, le aziende devono imparare a farsi scegliere ogni giorno, non per necessità, ma per convinzione.